«Alcune
persone non fanno che osservarsi di continuo, allo specchio,
all’ombra, al sole, alla luce diffusa, e non è esagerato affermare
che il loro stato d’animo o di nervi dipenda dal colore più o meno
bene riuscito dei loro capelli. Una sfumatura rossiccia o verdastra,
per effetto di una ((luce spietata)), bastano a metterle di pessimo
umore. Allo scontento spesso si aggiunge la fissazione di voler
trovare o sperimentare nuove tinture, o lo sgomento della propria
salute, per cui si è indotti, anche erroneamente, ad attribuire alla
tintura la causa di ogni minimo malessere, e via dicendo. Si può
dire che i capelli entrino quasi a far parte della propria vita
morale o psichica: ciò ch’è davvero ridicolo ed esagerato.»
Luigi
Materi, Napoli 1920 “L’arte della bellezza ai nostri giorni”
Non
si direbbe eppure questa affermazione ha quasi cento anni !Dalle
pagine del libro L’arte della bellezza ai nostri giorni, del 1920
l’autore Luigi Materi ci racconta come il colore dei capelli abbia
un diretto effetto sul nostro umore, su come ci percepiamo e oggi ,
appunto , cent’anni dopo la voglia di cambiare colore alla
capigliatura non è ormai più una moda prettamente femminile, bensì
si sta espandendo sempre più frequentemente anche nel mondo
maschile. Secondo i dati del Codacons nel nostro Paese, infatti, si
tingono i capelli il 75% delle donne (delle quali il 10% dai 16 ai 24
anni, il 26% tra i 45 e i 50 anni e il 25% dopo i 55 anni) e il 10%
degli uomini sopra i 50 anni e il 30% dei ragazzi tra i 15 e i 22
anni.
In generale in base alla durata del colore, le colorazioni per
capelli possono essere classificate in:
- permanenti
- semipermanenti
- temporanee
Vediamole
nel dettaglio
- Tinture permanenti a ossidazione
I
prodotti di colorazione permanente offrono diversi vantaggi quali
l’opportunità di coprire completamente i capelli bianchi, di
schiarire o scurire quanto si desidera il colore naturale della
chioma (ottenendo una vasta gamma di toni che vanno dal nero corvino
al biondo chiaro), di intensificarne o cambiarne i riflessi e di
assicurarne una grande stabilità e tenuta nel tempo. Questo tipo di
tinta non si elimina con gli shampoo poiché si lega in maniera
permanente alla cheratina del capello. Le tinte prevedono la miscela
di due componenti: la tintura appunto e il perossido di idrogeno
(acqua ossigenata) in uno dei quali, sotto forma di gel, liquido o
crema, si trovano integrati a un supporto i coloranti di ossidazione
e l’agente alcalino mentre nell’altro vi sta il fluido rivelatore
e decolorante in soluzione.
Appena
prima dell’applicazione sui capelli, le due diverse formulazioni
devono essere miscelate nelle debite proporzioni.
Dal
punto di vista chimico i precursori di colorazione (parte da
ossidare) sono costituti da derivati
organici
appartenenti essenzialmente alla serie benzenica con due gruppi -NH2
oppure –OH, che
possono
ossidarsi più o meno facilmente secondo siano in posizione para,
orto o meta. Si tratta, infatti, di molecole piccole che reagiscono
tra loro direttamente sul capello formando il colorante in situ e
sono fenilendiamine (parafenilendiamina, metafenilendiamina,
paratoluendiamina), aminofenoli (para, meta e orto), diidrossibenzeni
(meta-diidrossibenzene o resorcina), polifenoli, resorcinolo,
pirogallolo, idrochinone.
I toni del rosso posseggono un peso
molecolare più basso e, solitamente, perdono più facilmente
intensità con il lavaggio. Come agente basico (pH 9) si utilizza
l’ammoniaca o nelle tinture "senza ammoniaca " l'etanolammina, invece, la parte decolorante è
rappresentata dal perossido di idrogeno che fa da ossidante e a un
suo maggior impiego corrisponde una maggiore decolorazione.
A
seconda della percentuale di capelli bianchi da coprire e di quanto
li si vuole schiarire, l’acqua ossigenata viene usata a dieci-venti
volumi per tinte tendenti al castano, mentre a trenta-quaranta volumi
per quelle orientate al biondo. In ogni modo la legge italiana ha
emesso una soglia massima di quaranta volumi per l’impiego del
perossido di idrogeno.
Le tinture permanenti si avvalgono di una
serie di reazioni di condensazione (copulazione) che avvengono
solamente in ambiente basico e in presenza di un ossidante,
determinando il trasferimento di molecole coloranti all’interno del
fusto del capello.
L’ammoniaca,
gonfiando il capello, favorisce il sollevamento delle squame della
cuticola (strato più esterno) e fa penetrare più agevolmente
l’acqua ossigenata che ossida i pigmenti colorati, i quali formano
dei polimeri che si espandono in modo da poter trasmettere e
“fissare” il colore alla cheratina delle cellule della corticale.
Questa operazione apporta quindi un danno permanente alla cuticola e
alla corticale, indebolendo la struttura del capello e aumentandone
la porosità che rende le future decolorazioni più difficili.
Nel
supporto, inoltre, vi possono essere alcoli, amidi grassi, vitamine,
antiossidanti, resine quaternizzate o tensioattivi cationici che
permettono la distribuzione e la penetrazione dei precursori
nel
capello, di conservare più a lungo possibile il colore e di fornire
lucentezza alla chioma migliorandone la pettinabilità dopo la
tintura.
Il
colore fornito dalle tinte a ossidazione tende nel lungo termine a
sbiadire un po’ e dopo circa quattro-sei settimane è da ripetere
per non evidenziare la ricrescita del capello.
L’inconveniente
di questa tipologia di tinta è fornito dall’ammoniaca e
dall’agente ossidante in quanto determinano un danneggiamento
superficiale delle tegole della cuticola dei capelli, ecco il motivo
per cui nei preparati di ultima generazione la percentuale di queste
sostanze è stata
ridotta,
dando origine a formulazioni meno invasive chiamate “colorazioni
tono su tono”. Ovviamente il potere schiarente di quest’ultime è
generalmente più blando e offrono una colorazione superficiale tale
da fornire una modesta copertura dei capelli bianchi, senza però
cambiarne completamente il tono. Di conseguenza la scelta per le
tinte tono su tono è
valida
solo quando si desidera ravvivare la capigliatura con riflessi
brillanti e vivaci e schiarire i capelli fino a un tono e scurirli
quanto si desidera. La durata del loro colore non supera generalmente
i due mesi.
Il
più grande limite dato dalle tinte permanenti è quello di poter
provocare fenomeni di ipersensibilità, reazioni allergiche a livello
cutaneo come prurito, eczemi, dermatiti allergiche
da
contatto al viso e alla testa con edema facciale che nei casi più
gravi si diffonde alle orecchie, al collo e alle spalle. Le sostanze
chimiche più allergizzanti sono parafenilendiamina, ammoniaca,
nitro-ortofenilendiamina, nitro-parafenilendiamina e
2,5-para-toluendiamina. Esistendo, inoltre, la
possibilità
per alcune molecole tossiche di penetrare nel cuoio capelluto e di
venire veicolate nel
sistema
sanguigno se ne sconsiglia vivamente l’impiego nelle donne in
gravidanza o in allattamento.
Una
direttiva 1223/2009 sui cosmetici ,impone a tutte le case produttrici
di raccomandare ai consumatori di eseguire una prova di tollerabilità
ventiquattro ore prima dell’applicazione, testando una piccola
quantità di prodotto su un pezzo di pelle nascosta, di solito dietro
l’orecchio.
La
stessa normativa limita ad una certa soglia massima la concentrazione
di alcune sostanze
e
impone obbligatoriamente l’indicazione della composizione che deve
essere illustrata dalla casa
produttrice
sui contenitori delle tinture.
- Tinture semipermanenti
Si
tratta di formulazioni che permettono di ravvivare i riflessi della
base naturale (tonalità più
scura)
o già colorata dei capelli, di mascherare i primi capelli bianchi,
di eliminare l’ingiallimento
dei
capelli grigi o bianchi (conferendo loro un leggero color lilla o
bluastro) e sono consigliate a
chi
deve tingere i capelli molto frequentemente o a chi desidera cambiare
spesso colore.
Sono
tinte caratterizzate da un’azione semipermanente, ossia da una più
ridotta durata del colore
applicato,
che si deposita solo sulla superficie dei capelli senza penetrare in
profondità. Di conseguenza tendono a scomparire progressivamente nel
corso di circa otto shampoo, assicurando comunque una tenuta di
colorazione maggiore alle tinture temporanee.
Le
colorazioni semipermanenti non implicano alcuna reazione di
ossidazione, modifica preliminare
o
concomitante della cheratina e miscelazione fra preparati, ma sono
già pronte all’uso e da applicare direttamente sulla chioma.
Nella
loro composizione non vi è presenza di ammoniaca e di acqua
ossigenata, pertanto
non
sono in grado di schiarire il colore naturale.
Contengono
solamente coloranti non persistenti azoici o metallici, antrachinoni,
indofenoli e nitrati
(ortodiamine
nitrate, paradiamine nitrate) che essendo molecole più grandi dei
coloranti a
ossidazione,
non possono penetrare all’interno del capello. Pertanto si
depositano superficialmente
sulla
cuticola, senza arrivare a impegnare la struttura della cheratina e
tanto meno arrivano alla
corticale
del capello, dunque sono molto meno aggressive e procurano una
colorazione labile e
non
duratura. In commercio si trovano sotto forma di lozioni leggermente
schiumogene, shampoo coloranti o mousse aerosol.
- Tinture temporanee superficiali
Sono
prodotti finalizzati a conferire una modifica temporanea della
tonalità naturale o artificiale dei
capelli,
mascherando l’eventuale ingiallimento di quelli bianchi e
ravvivando riflessi e fulgore alla
capigliatura.
Di conseguenza la loro colorazione è destinata a durare fino allo
shampoo successivo.
Si
tratta di formulazioni prive di ammoniaca e di acqua ossigenata che
contengono coloranti ad
alto
peso molecolare solubili nel film di polimeri fissanti e stabili nei
confronti della luce. Fra i più
impiegati
si annoverano quelli azoici, trifenilmetanici, antrachinonici e
indoaminici.
Tuttavia,
grazie alla presenza di resine filmogene disciolte nella
preparazione, hanno una modesta
affinità
per la cheratina del capello tale da depositarsi sulla sua cuticola
senza penetrarla.
Per
tale motivo sono le tinture più innocue anche se possono
momentaneamente seccare la fibra
capillare.
I prodotti per la colorazione temporanea sono già pronti all’uso e
senza risciacquo: generalmente si impiegano applicandoli sulla
capigliatura pulita ancora umida e poi lasciandoli asciugare, in modo
che il colorante aderisca al capello.
Sono
di solito in soluzione acquosa o idroalcolica (lozione dopo shampoo),
più o meno schiumogena, sottoforma di spray o, ultimamente, di
mascara che possono contenere anche derivati
cationici,
per migliorare la pettinabilità e conferire qualità cosmetiche alla
chioma. Talvolta si
utilizzano
anche provitamine, come il pantenolo, per conferire lucidità al
capello, calcio pantotenato
(vitamina
B5), biotina, antiossidanti, eccipienti utili per proteggere il
capello e conservare più a lungo possibile il colore.
- Altre tinture
Oltre
alle tinte citate ne esistono altre che assumono caratteristiche
diverse in base al loro contenuto
e
finalità come quelle metalliche e vegetali e l’hennè. Le prime,
specialmente preferite dagli uomini, sono state concepite per
conferire ai capelli bianchi una colorazione “progressiva” per
mezzo di frequenti applicazioni. Permettono, infatti, di passare
gradualmente dalla tonalità grigia a quella bruna, al fine di non
apparire da un giorno all’altro con la capigliatura del tutto
cambiata. Sono tinture che contengono sali di piombo e di argento
dotati di una certa tossicità e per questo motivo il loro impiego è
regolamentato nelle dosi in tutta la Comunità europea. Pertanto sono
assolutamente controindicate nelle donne in gestazione per i
possibili effetti dannosi sul feto.
Le
tinture vegetali, invece, sono quelle pubblicizzate come “naturali”
o “senza ammoniaca”
e in
genere fatte passare per prodotti del tutto innocui. Ma non è
esattamente così, si tratta
solo
di una fine strategia di marketing. In esse, infatti, l’ammoniaca è
comunque sostituita con
altre
ammine meno odorose, che sono ad alto rischio di formazione di
nitrosammine nocive
per
l’organismo. Oltretutto le piccole quantità di estratti di piante
che contengono e che ne
rendono
lecita la dicitura “naturale”, sono utilizzate per coadiuvare le
reazioni chimiche che
avvengono,
in ogni caso, a carico di intermedi chimici che quindi non esulano
completamente
da
effetti collaterali.
Per
citare alcuni esempi di sostanze vegetali usate maggiormente, basta
ricordare i capolini
di
camomilla romana (Matricaria chamomilla) che, in seguito a molteplici
applicazioni, conferiscono ai capelli un lieve riflesso giallo,
grazie alla presenza del triidrossiflavone.
Oppure
per ottenere tonalità dal castano al nero si utilizzano parti di
alcune piante della famiglia
delle
indigofere o dei malli di noce miscelati all’henné. In ogni modo
le tinture “naturali”, che utilizzano coloranti vegetali, pongono
numerosi limiti perché esiste la possibilità di ottenere tonalità
indesiderate
sui capelli bianchi, decolorati o precedentemente tinti e la
difficoltà di raggiungere
nuance
scure, in quanto i coloranti vegetali dipendono dalla “base” su
cui vengono applicati.L’hennè rosso naturale, utilizzato da oltre
5000 anni, è un preparato ottenuto dalla pianta Lawsonia inermis,
che è la più consigliata nel settore dell’erboristeria per la
cura e la colorazione dei capelli. Si trova sotto forma di polvere di
foglie prive di additivi che grazie alla presenza del lawsone,
un
naftochinone, è in grado di conferire riflessi ramati di diversa
intensità a seconda del tempo di posa e della base naturale dei
capelli. Tuttavia è da evitare se si hanno tanti capelli
bianchi
o di colore biondo perché diventerebbero color carota. I principali
vantaggi offerti dall’hennè sono quelli di poter essere impiegato
in gravidanza o nel periodo dell’allattamento, di rinforzare i
capelli deboli e sfibrati (grazie all’elevato contenuto in tannini)
conferendo loro una notevole corposità, una più viva lucentezza e
di mitigare anche l’eventuale untuosità o forfora del cuoio
capelluto.
Di
contro, invece, esiste la difficoltà di preparazione, la variabilità
delle tonalità ottenute (non sempre gradevoli) e una possibile
sensibilizzazione. Inizialmente si consiglia di fare gli
impacchi
di hennè circa ogni due settimane al fine di conservare sia gli
effetti coloranti e di
brillantezza
dei capelli, che quelli “curativi” su seborrea e forfora.
Successivamente
alla quinta applicazione basta eseguire un impacco al mese.
Ti è piaciuto questo post, hai domande? Scrivimi nel box dei commenti.
Francesca.
Articolo molto interessante e ben approfondito. Grazie!
RispondiEliminaDavvero interessante!
RispondiEliminaIo ho fatto pochissime tinte nella mia vita e devo ammettere che avevo un pò di confusione, ma tu sei stata molto esauriente!
XOXO
Cami
www.paillettesandchampagne.com
Grazie Camilla , lo scopo è proprio questo!
EliminaWow devo dire che con questo articolo ben dettagliato hai colmato alcune mie lacune! :) baciiii
RispondiEliminaun post super utile!!!!
RispondiEliminaCredo sia molto importante sapere cosa usiamo
RispondiEliminaquel quaderno... com'è prezioso...!!
RispondiEliminaAffascinante leggere cosa effettivamente mettiamo in testa!!!
RispondiEliminaMolto interessante, non sapevo tutte queste cose e ammetto che bisognerebbe informarsi di più
RispondiEliminatutto molto interessante
RispondiEliminaIo non ho mai fatto tinture chimiche perché ho i capelli molto fini e penso si rovinerebbero troppo. Per ora solo un henné neutro con una punta di castano giusto per dare spessore e riflessare. Lo rifarò in primavera.
RispondiEliminaNon sai quanto mi tornino utili i tuoi post. Grazie!
RispondiEliminaMolto interessante il tuo articolo! Faccio tinture da anni ormai ma prediligo sempre prodotti senza ammoniaca
RispondiEliminaHo scoperto tantissime cose! Avrei dovuto leggerlo tempo fa! :O
RispondiEliminaIo ne facevo uso quando ero al liceo. ora ho deciso di lasciare i capelli al naturale fino a quando non saranno bianchi
RispondiEliminaSuper interessante il tuo articolo! Utilizzo le tinture da anni ed ora sono sempre più convinta che siano migliori quelle senza ammoniaca.
RispondiEliminaR.
Molto interessante! Bello capire cosa ci mettiamo in testa e come funzionano le diverse colorazioni.. Non ne so praticamente niente!
RispondiEliminaHai presente quando si andava a scuola e si rimaneva incantate dinanzi alle spiegazioni della maestra?! Ecco la sensazione è stata questa..molto interessante!
RispondiEliminaTi ringrazio davvero perchè io resto una prof anche nei miei articoli.
Eliminaun articolo molto interessante ricco di informazioni molto utili
RispondiEliminaPost utilissimo, io ancora non utilizzo le tinture, preferisco il mio colore naturale.
RispondiEliminaMeraviglioso questo libro
RispondiElimina